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“It’s not much, but it’s mine” - Cit. ogni post su r/homelab con un rack da 10k€

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Indice Serie Homelab

Libertà digitale: creare un ecosistema di servizi personali senza dipendere dalle big tech.

  1. Homelab: Necessità o Capriccio?
  2. Homelab: Proxmox e Container LXC
  3. Homelab: Setup Immich
  4. Homelab: Setup Navidrome
  5. Homelab: Accesso Remoto Sicuro
  6. Homelab: Migrazione da iCloud a Immich
  7. Homelab: Setup AFFiNE
  8. Homelab: Paperless-NGX e Gestione Documenti

Perché un Homelab? Link to heading

Navigando su r/homelab su Reddit, sono rimasto affascinato dai setup incredibili che la community condivide. Rack pieni di server, configurazioni di rete complesse, dashboard di monitoring che sembrano uscite da un film di fantascienza. È stato questo che mi ha spinto a voler provare qualcosa di mio, anche se su scala molto più ridotta.

Può davvero essermi utile a qualcosa o è semplicemente la shiny object syndrome?

L’obiettivo principale è imparare. Come developer, lavoro quotidianamente con servizi cloud, container e deployment automatizzati, ma ho sempre avuto curiosità di capire cosa c’è “sotto il cofano” quando si tratta di gestire infrastrutture in casa.

Tuttavia, è anche un investimento di tempo e soldi non indifferente. Non sono un system admin, e probabilmente questa conoscenza mi sarà utile fino a un certo punto nel mio percorso professionale.

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Privacy e Controllo dei Dati

C’è però un aspetto che mi convince sempre di più: la privacy. Con l’Europa che sta prendendo una brutta piega in termini di regolamentazioni digitali e controllo dei contenuti, avere i propri dati su hardware controllato personalmente non sembra più un’idea così strana.

Risorse utili:

Ma allora, viene da pensare: non sarebbe sufficiente tenere tutto semplicemente in locale?

Un hard disk esterno con le foto che contano davvero, la musica che ascolto effettivamente, i documenti importanti. Basta. Niente server sempre acceso, niente configurazioni complicate, niente preoccupazioni per aggiornamenti di sicurezza o backup che si rompono.

Effettivamente se sei un singolo e non hai un’azienda, basta questo. Salvati le cose su un disco (fai il backup), e non spendere inutilmente soldi in nas o altro.

Note

Il Dilemma: Minimalista digitale o Data Hoarder?

Forse l’homelab è l’ennesima complicazione inutile in un mondo già sovraccarico di tecnologia. Un hard disk da 1TB costa 50€ e può contenere una vita intera di ricordi realmente importanti.

Ma c’è un’altra prospettiva da considerare: siamo in un’era di “noleggio digitale”. Spotify per la musica, Netflix per i film, Adobe Creative Suite in abbonamento, persino Microsoft Office ora è un servizio. Non possediamo più nulla.

Internet non è per sempre. E non è solo una questione commerciale. Guarda la Russia che sta costruendo il suo “internet sovrano”, la Cina con il Great Firewall, l’Iran che blocca l’accesso durante le proteste. Come ti sentiresti se domani scomparisse Wikipedia? O se non potessi più accedere a GitHub, Stack Overflow, o semplicemente a Google?

Sapevi che puoi scaricare l’intera Wikipedia senza immagini per circa 20GB? Con le immagini sono circa 100GB. Sembra utopistico? Forse. Ma anche pensare che le cose non cambieranno mai lo è.

Diventare un data hoarder potrebbe non essere solo paranoia, ma una forma di resilienza digitale. Conservare offline la musica che ascolti davvero, i film che ami rivedere, i libri che consulti, i tutorial che ti hanno aiutato.

Il punto non è più conservare tutto “per sicurezza”, ma scegliere strategicamente cosa potrebbe diventare inaccessibile. Non si tratta di accumulare terabyte di contenuti casuali, ma di identificare le risorse che definiscono il nostro lavoro, la nostra cultura, la nostra capacità di apprendere.

La domanda giusta non è “di quante foto ho bisogno?”, ma “se internet si frammentasse in blocchi regionali, cosa mi servirebbe per continuare a lavorare, imparare e crescere?”.

Forse la risposta è un minimalismo strategico: non tutto, ma nemmeno niente.

Potrei provare a convincerti dicendoti che ho bisogno di un homelab perché:

  • Se dovessi tenere le foto solo in locale non avrei modo di condividerle facilmente con amici e parenti
  • Avere accesso remoto ai miei file quando sono fuori casa
  • Poter fare streaming della mia musica ovunque senza occupare spazio sul telefono
  • Avere un backup automatico delle foto dal telefono senza passare per iCloud
  • Sperimentare con automazioni domestiche che funzionino anche offline
  • Creare un server multimediale per famiglia accessibile da TV e dispositivi vari

Ma la verità è che non ho effettivamente bisogno di niente di tutto questo. Potrei tranquillamente fare senza e continuare con le mie soluzioni attuali. È principalmente voglia di imparare, paranoia sulla privacy, fascino per la tecnologia, e sì, anche un po’ di shiny object syndrome. Ma ho deciso di farlo comunque perché, se il risultato finale è acquisire nuove competenze e avere maggior controllo sui miei dati, vale la pena provare.

Il Mini PC: HP 260 G4 Link to heading

Ho iniziato cercando su Subito.it qualcosa di economico ma affidabile. Dopo qualche ricerca, ho trovato questo HP 260 G4 Mini PC che sembrava perfetto per le mie esigenze:

Specifiche Tecniche Link to heading

  • Processore: Intel Core i5-10210U (4 core / 8 thread – 10ª generazione)
  • RAM: 16 GB DDR4 (2x8 GB)
  • Storage: SSD NVMe da 256 GB
  • Sistema: Windows 11 Pro (che andrò a sostituire)

Il venditore aveva già fatto un ottimo lavoro di ricondizionamento: pulizia completa, pasta termica nuova, batteria CMOS sostituita, e tutte le porte testate. Il form factor compatto e i consumi contenuti lo rendono ideale per rimanere acceso 24/7 senza problemi di rumore o bollette salate.

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Perché Non un Mini PC Intel N100/N150? Link to heading

Prima di scegliere l’HP 260 G4, avevo valutato anche i popolari mini PC con processori Intel N100 o N150 che si trovano facilmente su Amazon o AliExpress. Tuttavia, ho scartato questa opzione per diversi motivi:

  • Hardware economico: La maggior parte di questi dispositivi utilizza componenti di qualità inferiore per mantenere prezzi competitivi
  • Problemi di raffreddamento: Molti modelli hanno sistemi di dissipazione inadeguati, causando throttling termico sotto carico
  • RAM saldata: Spesso la memoria è saldata sulla scheda madre, rendendo impossibili gli upgrade futuri
  • Prestazioni limitate: I processori N100/N150, pur essendo efficienti, sono significativamente meno potenti dell’i5-10210U, specialmente per il transcoding video che potrei utilizzare con servizi come Jellyfin o Plex
  • Supporto limitato: Documentazione e supporto community spesso scarsi rispetto a hardware business come HP

L’Architettura: Proxmox + LXC + Docker Link to heading

Ho deciso di utilizzare Proxmox VE come hypervisor principale, installandolo direttamente su bare metal. La scelta è caduta su Proxmox perché:

  • Interface web intuitiva per gestire tutto
  • Supporto nativo per container LXC e macchine virtuali KVM
  • Backup e snapshot integrati
  • Community attiva e documentazione eccellente

Container LXC vs Macchine Virtuali Link to heading

Per i servizi che voglio hostare, userò principalmente container LXC con Ubuntu, piuttosto che macchine virtuali complete. La differenza fondamentale:

  • VM (Virtual Machine): Simula un computer completo con il proprio kernel, sistema operativo e hardware virtualizzato. Più isolamento ma maggior overhead di risorse.
  • Container LXC: Condivide il kernel dell’host ma ha il proprio filesystem e processi isolati. Molto più leggero in termini di RAM e CPU.

Dentro ogni container LXC Ubuntu, installerò Docker per orchestrare i singoli servizi. Questa architettura a tre livelli (Proxmox → LXC → Docker) mi permette di:

  1. Isolare gruppi di servizi correlati in container LXC separati
  2. Gestire facilmente i singoli applicativi con Docker
  3. Fare backup granulari e snapshot rapidi

Servizi da Hostare Link to heading

  • Immich - Sostituto self-hosted per Google Photos: backup automatico foto, riconoscimento facciale, organizzazione per luoghi e date
  • Calibre Web - Gestione libreria ebook via web: interfaccia web per gestire la collezione di ebook e sincronizzazione con Kindle
  • Whisper / Coqui TTS - AI Speech Processing: convertire epub in audiolibri personalizzati e prendere appunti vocali
  • Navidrome - Streaming musicale self-hosted: server di streaming compatibile con Subsonic per accedere alla libreria MP3 da qualsiasi dispositivo
  • Home Assistant - Piattaforma domotica open source: automazioni domestiche offline, come spegnere il climatizzatore quando esco di casa
  • Gitea - Server Git self-hosted leggero: repository Git privati per progetti personali e backup del codice

I Prossimi Passi Link to heading

L’homelab sarà principalmente il mio laboratorio di apprendimento durante il prossimo periodo, i prossimi step sono:

  1. Storage esterno: Montare almeno un disco USB esterno come volume per archiviare foto e media
  2. Backup strategy: Configurare un sistema di backup completo con snapshot settimanali, cifrati e compressi localmente, poi sincronizzati con Filen (dovrebbe essere end-to-end encrypted, ma non si sa mai - meglio cifrare anche lato client)
  3. Test di ripristino: Verificare che i backup funzionino davvero - come si dice, non stai veramente facendo backup fino a quando non li provi!
  4. Accesso remoto: Configurare Tailscale VPN per l’accesso sicuro da remoto
  5. Trasferimento: Una volta testato tutto, portare il mini PC dai miei genitori dove c’è la fibra ottica e dati illimitati

Continua con: Proxmox Setup e Configurazione Storage